Cosa è?
Si tratta di un esame radiologico delle mammelle. Ogni mammella viene compressa tra 2 piani e “fotografata” con i raggi X almeno in 2 proiezioni: dall’alto in basso e di fianco. A volte possono essere eseguite anche proiezioni oblique per esaminare il cavo ascellare o ingrandimenti di zone particolari. Oppure oggi spesso vengono fatte mammografie digitali tridimensionali con tomosintesi, metodica che permette di esaminare le mammelle a strati successivi, evitandogli errori da immagini sovrapposte.
Le “foto multiple” così ottenute permettono di vedere e valutare con grande esattezza la struttura interna più profonda della ghiandola e degli altri tessuti che compongono la mammella. La mammografia 3D con tomosintesi richiede una minore compressione e quindi risulta più gradita e impiega una quantità di radiazioni solo di pochissimo superiori alla mammografia standard.
A cosa serve?
Bisogna tenere presente che il cancro della mammella è una patologia purtroppo molto frequente. Inoltre esso non dà alcun segnale o sintomo di allarme ma si manifesta unicamente con il riscontro casuale di un nodulo solitamente duro, più o meno profondo, più o meno irregolare.
Abitualmente una normale visita del seno, basata sulla sola palpazione, è in grado di riconoscere noduli che abbiano una dimensione di almeno mezzo centimetro. In caso di seno voluminoso, o molto denso, o di localizzazione profonda di un nodulo, le capacità diagnostiche della palpazione sono sicuramente ancor più limitate.
Al contrario la mammografia può essere in grado, se ben eseguita ed in mani esperte, di riconoscere alterazioni anche molto piccole della normale struttura della mammella, anche inferiori a 5 mm.
Perché farla?
Attenzione: purtroppo non esistono metodi di reale prevenzione del cancro della mammella. Tutte le indagini che si possono fare hanno l’unico scopo di ottenere una diagnosi quanto più precoce possibile di un eventuale tumore. Questo perché esiste un rapporto inverso tra dimensione del tumore e possibilità di sopravvivenza: quanto più piccolo è il cancro, tanto più grande è la percentuale di completa guarigione. E poiché col passare del tempo il cancro tende ad espandersi è importante essere rapidissimi nella diagnosi. Di qui l’opportunità di effettuare periodicamente un esame (la mammografia appunto) che spesso consente un riconoscimento del tumore quando ancora le sue dimensioni sono minime.
Quadro mammografico normale
Quadro mammografico di carcinoma: microcalcifica-
zioni maligne raggruppate
(Le microcalcificazioni raggruppate costituiscono uno degli elementi tipici di una lesione maligna. Nel caso rappresentato sono molto evidenti. Nella maggior parte dei casi sono molto più piccole e molto più difficili da distinguere)
Che rischio abbiamo di sviluppare un cancro della mammella?
Il cancro del seno resta il tumore della donna più diffuso e più pericoloso in assoluto. Nell’arco della vita circa 10 donne su cento si troveranno ad affrontare questo problema e per almeno un terzo di esse non si potrà arrivare ad una guarigione definitiva. Questo tumore inizia a comparire più frequentemente intorno ai 40 anni, aumenta di frequenza fino ai 50 circa e stabilizza la sua incidenza dopo tale età.Per il tumore maligno della mammella alcuni fattori di rischio sono ben noti e servono a definire una cosiddetta “popolazione a rischio” per la quale i controlli devono essere particolarmente attenti ed eventualmente intensificati.
fattori di rischio rilevanza
Familiarità +
Familiarità di primo grado ++
Idem, prima dei 50 anni +++
Idem, più di un caso +++
Assenza di gravidanze ++
Gravidanze solo dopo i 35 anni ++
Sviluppo precoce + menopausa tardiva +
Pregressa patologia mammaria benigna +/++
Alcool +
Fumo +
Come si deve fare?
In assenza di fattori di rischio la mammografia si inizia di regola a 40 anni. Non esiste una completa uniformità di vedute circa la frequenza di ripetizione dell’esame: la mammografia impiega raggi X, potenzialmente dannosi, e quindi il numero complessivo di esami da fare nel corso della vita deve essere attentamente valutato. Si può ritenere che effettuando una mammografia ogni 2-3 anni tra i 40 ed i 50 anni, poi una ogni anni fino a 60 (periodo più critico), e infine una ogni 2 anni in seguito, si ottenga un buon controllo del seno senza esporre ad una dose complessiva di raggi eccessiva. Nei casi cosiddetti “a rischio” la frequenza potrebbe essere intensificata scegliendo di volta in volta il ritmo di esecuzione o intercalando la mammografia con l’esame ecografico.
Se il ciclo mestruale fosse ancora presente la mammografia deve essere eseguita nella prima metà del ciclo, tra la fine della mestruazione e l’ovulazione.
Cos’altro si deve sapere?
Autopalpazione: si è sempre ritenuto che l’autoesame del seno possa costituire un valido ausilio diagnostico e possa contribuire ad anticipare una diagnosi di tumore del seno. L’esame del seno deve essere eseguito una volta al mese, in una fase del ciclo (se presente) in cui non ci sia tensione della ghiandola, quindi subito dopo la mestruazione. Le mammelle devono essere osservate allo specchio per verificare, a braccia sollevate sopra la testa, che non ci siano variazioni di forma o deviazioni del capezzolo e retrazioni della pelle. Poi, in posizione sdraiata, il braccio sinistro si alza dietro la testa e la mano destra esamina il seno sinistro. La palpazione deve essere delicata, a piatto, comprimendo la ghiandola contro le costole con il palmo della mano o con i polpastrelli riuniti, con piccoli movimenti rotatori, con una compressione prima lieve poi più robusta, esaminando accuratamente tutta la mammella. Terminato un lato si esamina l’altro: braccio destro in alto, la mano sinistra esamina il seno destro. Infine comprimete la ghiandola intorno al capezzolo per vedere se esiste secrezione.
Non bisogna essere degli esperti diagnosti: si desidera unicamente che siate in grado di arrivare a conoscere la normale conformazione del Vostro seno in modo da riconoscere eventuali cambiamenti, da segnalare prontamente al Vostro curante.
Indipendentemente dal fatto di essere capaci o meno di eseguire una buona autopalpazione, nel caso apprezziate qualcosa di poco chiaro o se osservate secrezione scura da uno o da entrambe i capezzoli, non esitate ad avvertire il Vostro medico. Non trascurate dei piccoli segnali che potrebbero salvarvi la vita!
Ecografia mammaria
L’ecografia del seno è stata ormai introdotta nella diagnostica abituale da alcuni anni data la capacità dei fasci ultrasonori – innocui – di evidenziare la struttura della ghiandola mammaria.
Quando risulta particolarmente utile? Soprattutto nei casi in cui l’immagine radiografica della mammografia non appare soddisfacente: quando la struttura del seno è molto densa e le lastre della mammografia appaiono omogeneamente chiare (è il caso tipico del seno giovanile, prima dei 40 anni); quando un nodulo apprezzato alla visita non appare nella radiografia; quando un nodulo visibile sulle lastre mostra caratteristiche di dubbia interpretazione; in pratica tutte le volte in cui una lesione sospettata alla palpazione non riesce ad essere sufficientemente chiarita con la sola mammografia.
L’ecografia può essere impiegata come esame di prima scelta per l’approfondimento della natura di un nodulo chiaramente palpabile, poiché in tal caso è in grado di fornire informazioni utili, in qualche caso risolutive. In tal caso può valutare anche la vascolarizzazione della lesione, impiegando la tecnica del color doppler.
Infine a volte l’indagine ecografica viene effettuata in casi particolarmente “a rischio” per poter tenere sotto stretto controllo tali casi senza dover ricorrere costantemente all’esame radiologico, evitando in tal modo di esporre i Pazienti ad una dose eccessiva di radiazioni.
Del tutto recentemente il nostro Studio ha deciso una precisa politica sanitaria nei confronti della diagnostica della mammella: l’altissima frequenza della patologia tumorale di questo organo, la sua incidenza che non accenna a diminuire e l’impressione di una progressiva diminuzione dell’età di prima insorgenza ci hanno spinto a consigliare uno screening estensivo e precoce delle Pazienti. Abbiamo quindi deciso di offrire il controllo ecografico della mammella ad un prezzo decisamente basso (molto vicino al ticket del SSN) per far si che l’elemento economico non impedisca una diffusione massiccia di questo esame che, in particolare nella fascia di età inferiore ai 40 anni, potrebbe costituire un’arma ulteriore per la diagnosi precoce della patologia del seno.
Commenti più recenti
25.07 | 12:37
Caro Giovanni, ho incontrato per caso questa tua pagina e non ho resistito ...